venerdì 19 maggio 2023

TASSATE LE BEVANDE ZUCCHERATE AD OAKLAND CALIFORNIA

 Le vendite diminuite di oltre un quarto

 


Che effetto ha l’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate, la sugar tax, nella vita concreta di una realtà metropolitana? La risposta è importante, perché non sempre le simulazioni fatte per sostenere nuove legislazioni si rivelano fedeli a ciò che accade poi durante la loro applicazione. E quanto è successo a Oakland, grande città californiana nella quale la tassa è stata introdotta nel 2017, fornisce dati che sono migliori anche rispetto alle previsioni più ottimistiche. 

I ricercatori dell’Università della California della vicina San Francisco hanno infatti valutato l’andamento delle vendite delle bibite zuccherate in un periodo compreso tra i 30 mesi precedenti l’introduzione della sugar tax e i 30 successivi, e lo hanno confrontato con quanto accaduto nella vicina città di Richmond e a Los Angeles, che non hanno alcuna forma di tassazione. Il risultato, riportato su PloS Medicine, ha mostrato che a Oakland le vendite sono diminuite di oltre un quarto (del 26,8%) e non c’è nessuna prova del fatto che gli abitanti delle città si siano recati nelle contee vicine per continuare ad acquistare bibite zuccherate a prezzi più bassi. La diminuzione, inoltre, ha riguardato tutti i tipi di bevande interessati dall’aumento di prezzo: le vendite di bibite zuccherate e gassate sono diminuite del 23,1%, quelle di succhi di frutta zuccherati del 30,4%, quelle degli sport drink del 42,4% e quelle di tè zuccherati del 24%. Si è quindi registrato un successo su tutta la linea, che ha interessato sia le confezioni più convenienti, formato famiglia, che quelle pensate per il consumo individuale, in tutti i quartieri della città, a prescindere dalle condizioni socio-economiche dei cittadini.

A Oakland, dopo l’introduzione della sugar tax, le vendite di bevande zuccherate sono diminuite di oltre un quarto

Ma i ricercatori sono andati oltre, e hanno calcolato, grazie a modelli matematici, che cosa questo significhi in termini di salute. Secondo i calcoli, per ogni 10mila abitanti la città risparmia, in dieci anni, 100mila dollari in cure per patologie evitate quali il diabete, gli ictus, le malattie odontoiatriche e quelle cardiovascolari, con tendenza a ulteriori risparmi nel tempo. Un altro beneficio, al centro di un altro studio dell’Università della California di San Francisco pubblicato a marzo sull’American Journal of Preventive Medicine, riguarda poi le donne in gravidanza, che se consumano meno bevande zuccherate corrono meno rischi di diventare obese, di incorrere in patologie come il diabete gravidico e di partorire figli sottopeso.

Tutto ciò è particolarmente rilevante nella situazione specifica degli Stati Uniti, anche dove la National Clinical Care Commission (Nccc) del Congresso ha raccomandato nel 2022 l’adozione di una tassa sullo zucchero per prevenire il diabete. Tuttavia questa indicazione si scontra con le realtà locali, come una legge della California, passata cinque anni fa, che proibisce l’introduzione di nuove sugar tax, pur permettendo comunque a città come appunto Oakland, ma anche Berkeley o la stessa San Francisco (ma non Los Angeles), di mantenere quelle già in vigore. Da anni il dibattito è più che acceso, soprattutto perché la potentissima American Beverages Association, l’associazione dei produttori, ostacola in ogni modo possibile l’introduzione di nuove tasse sui suoi prodotti, cercando di far abrogare quelle esistenti e sostenendo che l’obesità e le altre malattie collegate dipendano da altro e che l’aumento dei prezzi non abbia alcun effetto. Studi come questo, inattaccabili, smentiscono clamorosamente quella falsa rappresentazione della realtà e di ciò che la scienza ha dimostrato da tempo, e rafforzano gli argomenti di chi vorrebbe estendere la sugar tax a tutto il Paese. 

Alla fine del 2021 erano già 35 le contee e sette le città che avevano introdotto una legge sulle bibite zuccherate, e presto il loro numero potrebbe crescere, mentre nel mondo i Paesi che lo hanno fatto sono già circa una cinquantina. L’Italia, che detiene tassi di obesità allarmanti tra i bambini e anche tra gli adulti, non sta meglio di Paesi che stanno adottando molti provvedimenti, eppure non è tra questi, né si prevede che lo sarà a breve.

giovedì 11 maggio 2023

STUDENTI IN LOTTA CONTRO IL CARO AFFITTI




STUDENTI IN TENDA CONTRO IL CARO AFFITTI: IL GOVERNO BALBETTA, LA PROTESTA SI ALLARGA. 

Mentre si allarga la protesta degli studenti in tenda sotto le università contro il caro affitti, la destra prova a digerirla trasformandola nella solita polemica politica.
 Lo ha fatto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dichiarando che il caro affitti esiste solo nei comuni amministrati dal centrosinistra, perché non avrebbero fatto politiche a favore dei giovani. 
    La levata di scudi dei primi cittadini è stata unanime, da Firenze, a Milano Bologna e Roma. Critiche anche da Pd e 5S: 

“Quando parla di caro-affitti Valditara dovrebbe ricordarsi che fa parte di un governo che si è assunto la responsabilità di non rifinanziare né il fondo affitti né quello per le morosità incolpevoli”,

     dicono dal Movimento. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è andato anche a trovare gli studenti accampati nel piazzale della città universitaria della Sapienza, dandogli ragione.
     Il sindacato dell’Unione degli Universitari ha lanciato martedì una mobilitazione nazionale la protesta si è allargata, da Cagliari a Torino. 
    Gli studenti denunciano le speculazioni dei proprietari, 5-600 euro per una stanza, ma non solo: chiedono di usare bene i 960 milioni per gli alloggi di diritto allo studio previsti nel Pnrr. Oggi sono comparse le prime tende a Pavia, città amministrata dal centrodestra. 

    Sul Fatto di domani approfondiremo numeri e dimensione di questa crisi del caro affitti che affligge soprattutto gli studenti fuorisede e le loro famiglie (per cui con l’inflazione mandare i figli all’università è sempre più difficile) e vedremo perché i soldi stanziati dal Pnrr non sono sufficienti ad affrontare il problema.

Schlein e Conte all’attacco – Dopo le parole di Valditara, i leader di Pd e M5s passano al contrattacco, evidenziando come sia stato invece proprio il governo Meloni ad annullare il contributo all’affitto.

 Siamo vicini a studenti e studentesse che stano protestando contro il caro affitti. Il Pd continuerà a spingere per convincere il governo tornare indietro sull’errore madornale che ha fatto cancellando il fondo per gli affitti, 330 milioni di euro“, 

dice la segretaria dem, Elly Schlein, a margine di un’iniziativa elettorale a Umbertide (Perugia). 

Anche per Giuseppe Conte il caro-affitti e l’emergenza abitativa sono “una piaga che la destra ha contribuito a diffondere tagliando il fondo per le morosità incolpevoli e quello destinato al sostegno degli affitti“.

 “Per tutta risposta – scrive su Facebook il leader del M5s – i ministri del Governo fanno spallucce e non offrono soluzioni, spedendo anzi la palla in tribuna, con uno scaricabarile che sa solo puntare il dito contro altre amministrazioni”.         

    “A Giorgia Meloni dico: c’è un Paese che grida e getta sul tavolo del governo le sue preoccupazioni. In pandemia promettevi 1000 euro con un click ai cittadini. Noi non stiamo proponendo misure irrealizzabili, ma interventi concreti e urgenti. Ora da Palazzo Chigi se ci sei, batti un colpo”, conclude Conte, presentando nel post le proposte dei Cinquestelle.


Il fatto Quotidiano 11/05/2023 


SALVARE IL SALVABILE. AGIRE PER NON MORIRE.

  L'osteoporosi indotta da PFAS può manifestarsi anche in soggetti giovani Fermare la contaminazione da PFAS  si può e si deve. Nel sile...