ATTILA AD ARZIGNANO
Demolizione del patrimonio vegetale sulle sponde e sul fondo del torrente Chiampo, operato con ruspe da operai del Genio Civile.
Ciò avviene in aperta violazione del manuale operativo per la manutenzione dei canali e corsi d’acqua, prodotto dall’accordo di collaborazione stipulato fra la Regione del Veneto e l’Azienda Regionale Veneto Agricoltura... (Art. 15 della legge n. 241 del 1990 e art. 23 della legge regionale n. 12 del 2009) di cui alla Delibera della Giunta Regionale n. 3759 del 9 dicembre 2009.
Sono state devastate le sponde del torrente, abbattuti numerosi alberi, asportata con le ruspe la vegetazione spondale. Ignobile sfregio alla nostra città, alla cittadinanza e alla natura del fiume.
Chi ha ordinato tale crimine ambientale va fermato e punito. Non possiamo lasciare nelle mani di persone che ignorano le stesse disposizioni decretate dalla Regione Veneto più di dieci anni fa i nostri beni naturali e paesaggistici, la salute dei fiumi e dei canali, la bellezza della nostra terra.
Di seguito pubblichiamo le disposizioni in merito alle pulizie dei corsi d'acqua, che chi governa e gestisce la regione non conosce o finge di non conoscere:
Il manuale prevede “una gestione ambientale dei
canali e dei corsi d’acqua (spesso denominata anche “riqualificazione
ambientale”), secondo l’approccio che si è progressivamente consolidato
negli anni. Operazione considerata nel manuale come un insieme di interventi
e strategie che, modificando anche in
modo rilevante struttura e modalità di gestione della rete idrica, permette
di raggiungere obiettivi idraulici,
strutturali, di qualità delle acque e paesaggistici, attraverso il
miglioramento dell’ecosistema dei canali
e del territorio, integrando in questo modo le usuali pratiche dell’ingegneria civile-idraulica
seguite dai Consorzi di bonifica (...) .
Con la gestione ambientale dei canali così intesa,
le potenzialità
ecologiche e paesaggistiche della rete
consortile hanno la possibilità di essere espresse pienamente.”
Il manuale descrive la grande utilità della vegetazione sul fondo dei corsi d’acqua e lungo le sponde
“Le positive ricadute ambientali legate alla presenza di vegetazione in alveo, lungo i canali, sono innumerevoli: la
comunità vegetale acquatica fornisce ad esempio risorse alimentari, ambienti di rifugio
e substrati a una ricca varietà di vertebrati e invertebrati e può permettere
perciò al canale di ospitare un numero elevato
di specie e di sviluppare comunità animali e vegetali più stabili.
Le foglie
e gli steli della vegetazione costituiscono inoltre un esteso substrato che
favorisce la colonizzazione da parte
del perifiton, cioè dell’insieme di alghe, batteri, protozoi, detriti organici,
particelle di carbonato di calcio che costituiscono un biofilm in grado di decomporre la sostanza organica presente
nell’acqua, di assimilare i nutrienti e di favorire la trasformazione dell’azoto
nitrico disciolto in azoto gassoso: la presenza delle piante acquatiche
all’interno dell’alveo favorisce
quindi la depurazione naturale delle acque e attenua così gli effetti
dell’inquinamento in esse presente.
La presenza di vegetazione acquatica al piede
di sponda ha inoltre benefici effetti nei confronti del dissesto spondale e può permettere di diminuire le necessità di
ripresa frane e consolidamento spondale.”
Non ci
dilunghiamo sulla utilità degli alberi cresciuti spontaneamente a piè delle sponde per difendere i manufatti
dalla violenza delle piene e utili nel rallentamento della corrente dei
torrenti e dei canali permettendo così alle acque di sprofondare nelle
sottostanti falde (in crisi per la siccità e per la velocità delle acque superficiali
durante gli acquazzoni estivi).
Non è più accettabile l'ignoranza delle norme prodotte dai migliori tecnici della stessa regione da parte di un pubblico ufficiale che dovrebbe farle applicare scrupolosamente e che ha il dovere di curare e difendere l’ambiente, il paesaggio e la sicurezza dei cittadini.
Giovanni Fazio
Qui le ruspe non sono ancora arrivate. Chi salverà quel che resta del torrente? |